Anche se entrambe hanno una presa per la ricarica, c’è una differenza fondamentale. Un’auto plug-in ibrida – PHEV, ovvero Plug-in Hybrid Electric Vehicle – è spinta da un tradizionale motore a combustione coadiuvato da un motore elettrico, che si può ricaricare tramite una presa elettrica oppure recuperando l’energia cinetica durante la guida. Questa energia può essere utilizzata per guidare l’auto in modalità esclusivamente elettrica, ma l’autonomia non supera i 50 km. Un’auto elettrica, invece, non ha alcun motore a combustione e le sue batterie hanno una capacità maggiore, garantendo percorrenze fino a 500 km.
i sono molti modi per ricaricare un’auto elettrica. Ogni vettura ha a bordo un kit di cavi ma non è detto che siano compatibili con tutti i tipi di connettori e di stazioni di ricarica pubbliche o private. Ovviamente le auto elettriche si possono connettere a una normale presa casalinga, ma i tempi di ricarica si allungano e un’ora di ricarica genera solo 10/15 km di autonomia. Quindi per le auto più piccole, che hanno tra i 100 e i 200 km di autonomia, può bastare una sola notte che però non è sufficiente per quelle più grandi. Gli impianti elettrici con connettori a 16 o 32 pin sono più potenti, ma è necessario che la rete elettrica possa fornire più kW. Infine ci sono le stazioni di ricarica veloce, che hanno una capacità compresa tra 40 e 135 kW e consentono centinaia di chilometri di autonomia per ogni ora di ricarica.
Sì, non c’è nessun pericolo di danneggiamento dell’auto, di corto circuito o di shock elettrici. Ci sono molti livelli di protezione, sia all’interno dell’auto che nel punto di ricarica; se la connessione non è sicura la corrente non passa e tutto il sistema è completamente isolato. Inoltre, quando si stacca il connettore dall’auto il flusso di corrente è stato già interrotto precedentemente. Non ci sarebbero pericoli anche qualora un’auto elettrica finisse in mare o dentro una piscina.
Il ciclo di vita delle batterie di un’auto elettrica è molto lungo, visto che anche dopo 200.000 o 300.000 chilometri mantengono dal 75 al 90% della loro capacità originaria. In ogni caso, negli ultimi anni il costo per la loro sostituzione è diminuito e sono comunque coperte da garanzie aggiuntive e inserite nei programmi di manutenzione. La loro durabilità è tale che quando le prestazioni non sono più idonee per le auto, possono essere riciclate in altre modalità di utilizzo statico.
No, supera con ottimi risultati gli stessi crash test delle auto con motore a combustione. Le batterie sono completamente isolate dal resto del veicolo e non esplodono in caso di incidente, mentre a bordo non c’è la quantità di olio – altamente infiammabile – richiesta dal motore, dal cambio e dalla frizione. In generale, dunque, le auto elettriche hanno componenti meccanici molto più semplici rispetto a quelle tradizionali. Inoltre le batterie hanno una buona resistenza termica e anche qualora prendano fuoco, l’incendio si propaga lentamente sebbene ci voglia più tempo per spegnerlo.
Si guida come un’auto tradizionale con il cambio automatico. Ci sono i pedali dell’acceleratore e del freno e la leva del cambio con le classiche posizioni P, R, N e D. Il rumore e le vibrazioni sono azzerate e la potenza viene erogata in modo istantaneo e continuo, senza interruzioni dovute ai cambi di marcia. Il pedale del freno si usa poco, perché il recupero dell’energia che si attiva sollevando il piede dall’acceleratore è già in grado di rallentare l’auto. La maneggevolezza, infine, è ottima perché le batterie sono posizionate in basso e il loro peso abbassa il baricentro.
No, perché si trovano sotto il pavimento dell’auto e i motori elettrici sono molto più piccoli di quelli a combustione. Dato che la trasmissione è meno ingombrante, i designer hanno maggiore libertà nel progettare abitacoli spaziosi e in alcuni casi possono addirittura ricavare un bagagliaio supplementare nel cofano